Intanto qualche chiarimento su come è organizzato il sito e su come utilizzarlo…
Questo sito vuole essere il portale della nostra associazione, uno spazio di confronto ed informazione in relazione alle nostre attività e alla nostra visione.
E’ strutturato in maniera tale da offrire, a tutti noi, capillare informativa attraverso la mailing list alla quale ci si può iscrivere cliccando sulle tre lineette in alto a destra e/o visitando la pagina “contatti” dove sarà possibile compilare il form di adesione.
La sottoscrizione della mailing list, dalla quale ci si potrà cancellare in qualunque momento, prevede attualmente la comunicazione occasionale di eventi ed iniziative attraverso una newsletter nonché la notifica settimanale di tutti gli articoli pubblicati.
Il nostro sito si articola nelle sei sezioni presenti in cima alla pagina:
- Chi siamo – è la pagina che state leggendo e che vuole rappresentare le linee guida e le finalità del nostro percorso.
- Argomenti – raccoglie tutti i post pubblicati in ordine decrescente di data, una sorta di diario. Questa voce contiene al suo interno sei sottoelementi/categorie che consentono di raggiungere rapidamente i contenuti di specifico interesse.
- Scuola di italiano – è dedicata alla Scuola di italiano per migranti e raccoglie i contatti e le notizie di carattere operativo ed organizzativo dell’iniziativa.
- Calendario – è un vero e proprio calendario che raccoglie tutte le iniziative della nostra associazione e non solo. Probabilmente troverete nel blog anche articoli specifici su tali eventi ma la funzione del calendario è quella di offrire immediata visione degli stessi fornendo indirizzi, mappe, organizzatori e contatti di riferimento degli stessi. Consente inoltre di importare nel proprio calendario personale tali scadenze per non dimenticarle.
- Contatti – riporta tutti i riferimenti email e telefonici della nostra associazione e degli specifici ambiti di intervento.
- Rete – è dedicata alle associazioni amiche che operano tanto sul nostro territorio che altrove e, oltre a presentare un sintetico profilo delle stesse, permette di raggiungere le loro pagine web.
Buona lettura!
Chi siamo
Il Tavolo Interculturale di Torre Angela (TITA), favorisce l’incontro tra persone appartenenti a regioni, popoli, culture e fedi diverse, approfondisce le tematiche relative alla migrazione e all’intercultura e promuove iniziative volte alla conoscenza e all’arricchimento di una cultura multietnica attraverso dibattiti, proiezioni di filmati, incontri con persone ed associazioni e la realizzazione di corsi di lingua e cultura italiana. Promuove la conoscenza e il rispetto delle diversità in relazione ai temi della salute, della scuola, del lavoro e della famiglia anche attraverso la collaborazione con le altre realtà associative del territorio. Partecipa al Progetto Parco Vivo, in collaborazione con diverse associazioni del territorio, che svolgono la loro attività nelle strutture Parco Calimera a Torre Angela Il TITA opera da oltre 10 anni a Torre Angela, una borgata dalle tante etnie (ne conta più di 70), e intende favorire lo sviluppo di una maggiore sensibilità delle persone del territorio rispetto alle problematiche, ma anche alle ricchezze, che la convivenza di tante etnie porta.
Il Tavolo Interculturale di Torre Angela prende avvio nel 2006, con incontri mensili, a partire dalla realtà del quartiere che progressivamente diventa multietnico.
Il TITA si propone di discutere tematiche legate all’inclusione in tutte le sue sfumature, ragionare insieme su cosa rappresenti l’incontro con l’altro, organizzare e promuovere eventi di sensibilizzazione e incontro tra le diverse appartenenze, fare rete con le altre realtà del territorio per offrire sostegno, attività e servizi.
Le ragioni del nostro incontrarci
Nel 2005 è stata affidata ai cittadini la gestione del Parco Calimera, attorno al quale ha concentrato le sue attività l’associazione ARQA, associazione capofila delle realtà associative che ruotano intorno al parco. In una assemblea pubblica si è ragionato sui temi da affrontare per rispondere alle esigenze del territorio. Si sono delineati due gruppi con visioni complementari sulle urgenze da affrontare a Torre Angela. Il primo gruppo, rappresentato da una forte componente di commercianti, ha concentrato le proprie attenzioni sui ritardi delle amministrazioni nelle manutenzioni di strade e marciapiedi, sull’illuminazione pubblica, sui trasporti e sulle infrastrutture. Il secondo gruppo, vista la continua evoluzione sociale del territorio, che da borgata con una forte presenza di persone provenienti soprattutto da tutto il centro-sud Italia, a partire dagli anni 60, ha visto una crescente presenza di comunità provenienti da varie parti del mondo fino ad includere fino a 70 diverse etnie, con la presenza di importanti comunità magrebine, nigeriane e cinesi, si propone di approfondire la realtà dei migranti e la loro interazione con la borgata.
Il Tavolo Interculturale di Torre Angela prende avvio nel 2006, con incontri mensili, con l’intento di ragionare sul tema dei migranti e di promuovere l’incontro di persone provenienti da diversi luoghi del mondo. Da subito, la ricerca dell’interazione tra migranti di diversi paesi mostra molte criticità soprattutto legate al fatto che l’interesse prevalente di ogni migrante, spesso lontano dalla famiglia di origine e dagli affetti è di creare una comunità omogenea in cui è facile trovare accoglienza, una rete di “protezione” e di condivisione. Le diverse comunità si riuniscono solitamente la domenica ed alcune di esse utilizzano i locali del parco Calimera. In particolare, vi svolgono le loro attività le associazioni marocchine, camerunensi, filippine e associazioni regionali nigeriane (donne Ibo, Anambra, Orlu, Owerri).
Date queste condizioni al contorno, lo sforzo del TITA di favorire l’incontro tra popoli ha raccolto solo parzialmente i risultati sperati in termini di comunicazione tra diverse comunità. Infatti, l’incontro e l’interazione tra migranti appartenenti a diverse etnie si è perlopiù limitato ad eventi promossi dal TITA anche in collaborazione con altre realtà associative del territorio, a riunioni di pianificazione delle attività coordinate dall’ARQA e alle attività di gestione e valorizzazione del parco (manutenzioni, pulizie, Festa Parco Vivo).
Le difficoltà incontrate nel promuovere la comunicazione tra persone di diverse provenienze ci hanno fatto interrogare sul significato di parole come “integrazione”, “assimilazione”, “interazione”, “adattamento”, “coinvolgimento” e hanno rafforzato la nostra esigenza di incontrarci per non vedere le nostre sensibilità interculturali vacillare con conseguente perdita di interesse verso l’urgenza nella comprensione delle dinamiche della società multietnica.
Il TITA vuole anche essere una voce contro l’indifferenza e il torpore che sembra coinvolgere ampi strati della società per promuovere occasioni di riflessione sulle migrazioni e sui migranti coinvolgendo il territorio a partire dai nostri vicini e conoscenti. Uno strumento che si è rivelato molto efficace per avvicinare le persone a queste tematiche, con un approccio che va oltre il luogo comune, è la testimonianza. Il valore della testimonianza risiede nel fatto che stimola l’ascoltatore ad interrogarsi non solo sul tema o sull’idea di integrazione e di interculturalità ma soprattutto sulla persona, che c’è dietro quel tema, con le sue difficoltà, i suoi dubbi e la sua ansia di emancipazione e riscatto.
Ecco i criteri che ci dovrebbero accompagnare:
- non banalizzare le differenze. Una donna araba si presenta in ospedale per il parto, dopo tre giorni, per prassi comune, viene dimessa, ma lei non ha nessuno a casa e vorrebbe rimanere di più; quando una donna rom ha partorito, si alza, prende il figlio e vuole uscire e anche qui i medici si oppongono…;
- aiutare a superare i luoghi comuni. Sabina è figlia di padre giordano e madre calabrese; quando dalla Calabria va in Giordania, i suoi amici italiani si raccomandano: “Attenta ai terroristi!”; quando dalla Giordania va in Calabria, i suoi amici giordani si raccomandano: “Attenta ai mafiosi”. Sabina scherza presentandosi: “Sono figlia di un terrorista e di una mafiosa”;
- approfondire ciò che accomuna le persone d’ogni parte del mondo. Rabin e Arafat (capi d’Israele e della Palestina) nel 1993 a Washington si dichiarano pronti a non dimenticare e a tenere in considerazione nel loro agire politico le sofferenze degli altri, di coloro che fino ad allora erano stati nemici. Non si tratta di chi ha ragione o di chi ha torto: ognuno ha le sue ragioni, occorre saper crescere in un sano confronto, aperto ed efficace. Uno degli ostacoli maggiori ad un sano confronto sono le contrapposizioni: “noi” e “loro”. Occorre confrontarsi con il “tu” che ho davanti, con un essere umano che ha gli stessi bisogni primari, le stesse speranze, paure, richieste e preoccupazioni che ho io; a volte accade che uno ha sempre potuto soddisfare i suoi bisogni primari (cibo, acqua, casa, pace, libertà affetto) e spesso non riconosce il valore di ciò, l’altro da sempre ha dovuto inseguire quello di cui aveva bisogno e forse non lo ha ancora raggiunto. Dobbiamo imparare a metterci nei panni dell’altro. Quando due persone, che provengono da realtà così lontane, si impegnano in questo ascolto reciproco, a volte giungono ad un legame profondo. Dov’è il segreto di un successo anche in questo campo? Realizzare insieme cose importanti. Un impegno a capire realmente le ragioni dell’altro permette di esprimere con più efficacia le proprie ragioni. Occorre favorire l’espressione di ciò che di più profondo c’è nelle singole persone, evitando le offese, che chiudono la possibilità di comprendere le ragioni dell’altro.
Un giorno scopriremo che l’altro, che pensiamo così lontano, ha le nostre stesse emozioni e bisogni.
- Sviluppare la capacità di cogliere la complessità delle varie posizioni.
- Aiutare a distinguere tra migranti per motivi economici, migranti forzati, richiedenti asilo, profughi, persone soggette al traffico di esseri umani, apolidi.
- Moltiplicare il potenziale di conoscenze, fantasia e creatività.
- Nel sommerso ci sono tante realtà veramente ricche: occorre farle emergere e collegarle.