Si è persa una letterra da Barbiana

Il 27 maggio 2023 saranno passati 100 anni dalla nascita di don Lorenzo Milani. Per me e per tutta la mia generazione é stato un punto di riferimento alla scoperta di un nuovo modo di porsi nei confronti della società.

Nel maggio del 1967 Lorenzo Milani riesce a pubblicare, grazie ad una piccola casa editrice fiorentina (LEF) “Lettera a una professoressa”, scritto insieme agli alunni della scuola di Barbiana. Barbiana diventa così in poco tempo un luogo conosciuto da tutti, e non solo in Italia.

“Lettera a una professoressa” innesca immediatamente adesioni e passioni, divide e fa litigare, si fissa nella memoria collettiva come un punto di passaggio epocale per la scuola ma anche di giovani, generazioni, movimenti. Una cosa è certa il libretto diventa il libro che si ha sempre sottomano.

In un bell’articolo del 2017 per “Internazionale” Vanessa Roghi, storica scrive:….” fin da pochi mesi dopo la sua pubblicazione il libro acquista una vita completamente autonoma, Lettera a una professoressa è, infatti, il risultato di anni di lavoro e riflessione sulle storture del sistema scolastico italiano e per questo è un libro degli anni sessanta, ma si pone anche l’obiettivo di dire basta con questo ritardo nell’adempimento del dettato costituzionale che vorrebbe il diritto allo studio uguale per tutti. Per questo viene subito adottato dal movimento studentesco.”

Negli anni successivi se da una parte c’è stata per la “Lettera” una sorta di idolatria dall’altra non sono mancate critiche anche da parte di chi ne condivideva il profondo significato

Nel 1982 Ernesto Balducci scriveva: ““Il limite di fondo della proposta milaniana è oggi più visibile: non è possibile chiedere alla scuola-istituzione quel che invece può offrire una scuola spontanea animata da un maestro ‘carismatico’. In quanto è un servizio reso a tutti i cittadini, secondo le regole oggettive dello stato di diritto, la scuola di stato non può essere progettata facendo affidamento sulla eventualità della ricchezza soggettiva degli educatori”.

Proprio oggi che il ministero è stato definito “Ministero dell’istruzione e del merito” rileggiamo “Lettera a una professoressa”.

Un commento

  1. Considero Don Milani un illuminato. I suoi libri dovrebbero ispirare chiunque si occupi di istruzione.

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