TANZANIA – La Tanzania sta vivendo un momento di estrema contraddizione: da un lato la Presidente Samia Sukuhu ha deciso di ripristinare il diritto delle manifestazioni pubbliche da parte delle opposizioni. «Ora siete tutti liberi di criticare il governo», ha dichiarato Hassan nel corso di un incontro con i leader dei diversi partiti politici. Il divieto era stato imposto nel 2016 dal predecessore John Magafuli, dall’altro Il 30 settembre scorso la Corte di giustizia dell’Africa orientale (Eacj), che ha sede ad Arusha, in Tanzania, si è pronunciata contro il ricorso presentato dai Maasai che si oppongono alla decisione del governo tanzaniano di sloggiarli dai loro villaggi che sono stati inseriti in una riserva di caccia protetta, parte di un piano di sviluppo turistico della zona, che si trova tra il parco del Serengeti e il cratere di Ngorongoro. La decisione governativa interessa almeno 70mila persone. La sentenza, però, non è ancora definitiva e potrebbe essere rovesciata in appello. Aiuterebbe certamente una mobilitazione internazionale che riuscisse a mettere in discussione il paradigma sulla protezione ambientale ora vigente e considerasse le comunità native non come un pericolo ma come parte del sistema da proteggere e conservare. (Leggi l’articolo di Nigrizia)
ZIMBAWE – Il litio è alla base delle batterie che a loro volta sono alla base della rivoluzione elettrica (auto in primis di cui rappresentano uno dei principali costi ma non solo anche vetro, ceramica…). Facile quindi comprendere come i paesi che possono estrarre il litio abbiano un vantaggio strategico importante. Il Ministero delle miniere e dello sviluppo minerario dello Zimbawe ha vietato tutte le esportazioni di litio dal Paese, che è il terzo produttore africano. Il governo intende avviare la propria industria di trasformazione del minerale, che attualmente viene esportato grezzo a vantaggio di società straniere, in prevalenza cinesi. Altri paesi come l’Indonesia stanno seguendo l’esempio.
ETIOPIA –Tigray Getachew Reda, portavoce del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) ha dichiarato il dieci gennaio che è iniziata la cessione degli armamenti pesanti delle Forze di difesa del Tigray (Tdf) all’esercito nazionale etiopico. Era questa una delle condizioni previste negli accordi di pace siglati in Sudafrica lo scorso 2 novembre. Il trasferimento delle armi è stato confermato dai rappresentanti dell’Unione africana incaricati di monitorare le operazioni. (Leggi l’articolo di Nigrizia)