“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.” Inizia così l’Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, documento che l’Assemblea Generale ONU adottò il 10 dicembre del 1948.(Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).
Il documento è nato dalla volontà di evitare il ripetersi di conflitti e violenze – la guerra era appena finita – e definisce dei valori universali, i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni “di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. Tradotta in 500 lingue, è uno strumento fondamentale per la protezione internazionale dei diritti umani e dovrebbe essere un punto di riferimento di ispirazione per tutte le legislazioni nazionali. Tuttavia per molta parte dell’umanità la violazione di diritti fondamentali è all’ordine del giorno. Basti pensare ai conflitti in atto, alle loro conseguenze sui diritti dei minori, alle migrazioni forzate e alle pulizie etniche. E poi, ancora, minoranze discriminate, privazione di diritti per migranti e rifugiati, lavoro minorile, limitazione della libertà di espressione e diseguaglianze sociali, pena di morte. Troppo spesso la comunità internazionale resta a guardare.
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, la Rete 10 dicembre per i diritti umani lancia un appello per il diritto alla pace (scarica l’appello).