Il Cile boccia la nuova costituzione progressista

Era il 1976 quando all’economista Milton Friedman venne assegnato il premio Nobel. Solo tre anni prima, l’undici settembre 1973, Salvador Allende democraticamente eletto presidente del Cile era stato assassinato durante un colpo di stato.

Augusto Pinochet dopo il colpo di stato fu alla guida di un governo militarista e reazionario, applicando una politica economica fortemente liberista, con l’assistenza di un gruppo di giovani economisti, guidati da José Piñera, detti “Chicago Boys”, poiché formati a Chicago da Milton Friedman. Secondo Friedman questa politica generò un’enorme crescita economica che egli stesso battezzò il “miracolo del Cile.

Spinto dalle pressioni estere ad una consultazione elettorale regolare, il referendum nel 1988 mise fine alla dittatura, con il 56% dei votanti che si espresse contro Pinochet, e lo costrinse ad avviare una fase di transizione, reintroducendo la democrazia con libere elezioni del 1989.

Nel 1980 Pinochet aveva fatto approvare una costituzione che oggi, a distanza di più di 40, resiste a un referendum abrogativo.

Leggi l’analisi del quotidiano “Domani

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